Libri maltrattati

Lo so che Umberto Eco con il verbo “usare” intendeva leggere, ma sono certa che mi perdonerà se amplio un pochino il significato senza però uscire dal contesto.
Sono capitata ieri in un post si Instagram che chiedeva il parere sulla barbara pratica di sottolineare e fare le orecchie ai libri. Tantissimi commenti avrebbero voluto rendere tale brutto vizio illegale.
Io ovviamente sono una fuorilegge. Ebbene sì, sottolineo (anche a penna) e faccio le orecchie ai libri che leggo.
Ma quando in un libro trovi quella frase che ti colpisce come un pugno nello stomaco, o che ti graffia l’anima, che si deposita come un seme nel cuore o che semplicemente ti apre la mente, perché non sottolinearla per farla risaltare tra tutto quel banale nero su bianco?
Strapperei volentieri intere pagine per incorniciarle come fossero capolavori.
Da autrice spero che qualche mio lettore abbia trovato qua e là, tra le pagine del mio libro, qualche frase degna di sottolineatura.
Che dite mi merito il rogo?

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Ministoria (esercizio di scrittura creativa)

Ispirandomi a questa foto, ho scritto una ministoria da leggere tutta d’un fiato.

Tu papà sei sempre stato un gran cercatore di funghi e un grande elargitore di lezioni di vita. Ma una cosa proprio non l’ho mai capita: perché per andare a funghi ci si deve alzare alle quattro? Una volta da ragazzino te l’ho chiesto e tu mi hai risposto: “Perché se qualcuno entra nel bosco prima di noi, ci porta via tutti i funghi” e poi hai aggiunto “E adesso muoviti che è tardi”. Ma come può essere tardi alle quattro del mattino? Comunque adesso sono le sei e sto camminando da parecchio tempo. Il fiato mi manca più o meno dai primi cinquecento metri di salita, le gambe sono due tronchi di legno, gli scarponi mi fanno un male porco e sono certo di avere le visciche ai piedi. Penso di essere seriamente a rischio infarto. Non ci crederai mai papà, ma prima ho incontrato un signore che stava già scendendo e che mi ha detto “Ti risparmio la fatica, li ho già presi tutti io i funghi” io gli ho risposto che pazienza, mi sarei goduto la bella camminata. Ovviamente il simpaticone non conosceva il nostro posto segreto. Sai papà anche questa volta ci sono andato. Con immensa fatica l’ho ritrovato e sì, come sempre c’erano i funghi. Adesso papà sono qui sul sentiero che porta alla colma. Mamma mia quanto odio questo sentiero così aspro e scosceso, con quelle maledette scale di ferro. Perché papà dopo avermi fatto arrampicare in cerca di funghi, mi obbligavi ad arrivare fino alla cima? A fare quei maledetti scalini? Ed è vero che ad un certo punto rallentavi il passo e poi mi allungavi dietro il bastone dicendomi “Dai attaccati che ti do un passaggio”, ma ti giuro papà che da ragazzino quegli scalini li ho odiati e un po’ ho odiato anche te. Comunque ora sono qui e non è che adesso gli scalini mi sono più simpatici e mi farebbe comodo il tuo bastone per aggrapparmi. Sai cosa ti dico papà? Dico che te ne sei andato troppo presto e lo so che uno mica se lo sceglie il momento, però prima di andartene potevi spiegarmi qualcosa di più sulla vita, perché a volte faccio fatica e senza il tuo bastone certi scalini come li supero?
Nelle orecchie ho solo il rumore degli scarponi sul metallo e quello del mio cuore che tra poco esploderà per la fatica. Eppure papà non so come, ti giuro che proprio non so come, sono arrivato in cima. Sono esausto, ho le vertigini e sono zuppo di sudore, ma il panorama è davvero bello, ma era molto più bello guardarlo in silenzio con te.
Ma tu mi senti papà? Se urlo così forte ti arriva la mia voce? Ti voglio bene, te ne ho sempre voluto. Mi manchi tanto papà! E non preoccuparti che qui va tutto bene.
Tiro fuori dalla tasca un cioccolatino. Quando ero piccolo eri tu a darmelo “Mangia che hai bisogno di energia per scendere” mi dicevi. Adesso mi devo arrangiare e il cioccolatino me lo sono portato da casa. Lo so papà, la discesa sarà anche più faticosa della salita.

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Oliver Twist

Oggi vi voglio parlare di una delle opere più conosciute di Charles Dickens “Oliver Twist” per me un romanzo senza tempo che propone temi e riflessioni ancora attualissime.

Il libro descrive le condizioni sociali e ambientali di una Londra nella prima metà dell’ottocento. Il piccolo Oliver nasce e cresce in un ospizio per poveri dove, come ogni altro orfano, patisce la fame e subisce spietati maltrattamenti. Dickens descrive una situazione davvero disumana, l’educazione alla remissività impartita a suon di bastonate e digiuni. La condizione di schiavitù di questi bambini ti fa raggelare il sangue. Oliver diventa apprendista di un becchino: il signor Sowerbarry, uomo senza carattere ma che a modo suo vuol bene al piccolo. Purtroppo anche nella sua bottega il ragazzo subirà maltrattamenti e insulti da parte della moglie del becchino e di un altro aiutante. Oliver troppo stanco per continuare a sopportare tutte quelle angherie decide di scappare a Londra, ma qui incontra Fagin,un losco individuo che cercherà in tutti i modi di farlo diventare un ladro. Per sua fortuna conosce anche la giovane Nancy che avrà un ruolo determinante nella vita del ragazzo. La trama è molto fitta e ricca di personaggi, io ne ho fatto un misero riassunto per non annoiare chi ha già letto il libro e per non rivelare troppo a chi ha intenzione di leggerlo.

Oliver è un reietto della società, ma grazie al fatto che rimane fedele ai suoi valori e soprattutto grazie all’aiuto di persone buone e caritatevoli, riesce a riscattare il suo futuro. Il romanzo è una specie di denuncia delle misere condizioni di vita dei ceti più poveri e dell’ipocrisia della cultura vittoriana.

La trovo un’opera attualissima soprattutto per quanto riguarda la violenza sui minori e in particolare sulle donne (la morte violenta di Nancy, ricorda purtroppo i troppi femminicidi dei nostri giorni).

È un libro che mi ha colpita, che mi ha spinto a riflettere e che mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca.

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Lago Delio

Domenica scorsa abbiamo deciso di fare una gita al lago Delio e nonostante si trovi a pochi chilometri da casa, erano circa trent’anni che non ci andavo. È un lago di origine naturale ma la successiva costruzione di due dighe alle estremità ne ha cambiato profondamente l’aspetto originario. Si trova nel luinese, precisamente sopra Maccagno, a un’altitudine poco più di mille metri. Caratteristica del lago è il suo utilizzo per la produzione di energia: infatti di giorno l’acqua del lago, dopo essere passata per le turbine della centrale elettrica, finisce nel Lago Maggiore, ma durante la notte e nei fine settimana, quando la richiesta di energia è minore, viene ripompata su al lago, pronta per essere riutilizzata con una nuova caduta.

La strada per raggiungerlo è bruttina, in alcuni tratti stretta e con diversi tornanti, ma si può godere di una vista mozzafiato del Lago Maggiore. È presente una bella area picnic con tavoli e panche di legno in un fresco boschetto con una meravigliosa vista lago.
Noi abbiamo preferito pranzare sulla riva che è facilmente raggiungibile (non con i passeggini), ma bisogna prestare attenzione al terreno sassoso. L’acqua è pulita e fresca, io non ho avuto nessun problema a fare il bagno. Anche Yuri si è “pucciato” anche se il suo gioco preferito è stato lanciare i sassi nell’acqua.
È stata davvero una bella domenica, rilassante al punto giusto!!

Lago Delio
Vista del Lago Maggiore
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Campus estivo

E ci sono persone coraggiose che hanno presentato i progetti per organizzare dei campus estivi. Coraggiosi perché si devono districare tra mille normative e regole e perché si prendono una responsabilità enorme. Le famiglie però aspettavano questo momento, i bambini a casa da scuola da mesi sono annoiati, hanno poche occasioni per socializzare.

Io sto lavorando come volontaria in un campus e precisamente mi occupo dei bambini di sei e sette anni. Tutti, sia i piccoli che i grandi, sono già abbastanza abituati alla mascherina, ormai fa parte dell’abbigliamento, un po’ meno alla distanza sociale. La vera tristezza sono i pasti singoli e sigillati, è tutto plastificato, pane e frutta compresi. La lotta alla plastica è miseramente fallita!

Siamo già arrivati alla quarta settimana di campus e ormai conosco tutti i ragazzi grandi e piccoli. Mi sento di poter fare una considerazione: la maggior parte dei ragazzi grandi sono polemici!! E fanno polemica su qualsiasi cosa giochi, regole, attività e compagni di giochi. Perché i ragazzi devono sempre mettere tutto in discussione??

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Grazie per aver scritto L’ombra del vento

Lo ricordo come fosse successo ieri il mio incontro con L’ombra del vento:

Ero andata al lavoro, all’epoca facevo la cameriera in un piccolo ristorantino. Avevo appena pubblicato un libro di favole e un fantasy con una piccola casa editrice, ero piena di entusiasmo e forse pensavo anche di essere una brava scrittrice. Il mio collega di lavoro mi aveva chiesto i miei libri, era curioso di leggerli e in cambio me ne diede altri tre: La solitudine dei numeri primi, L’ombra del vento e il terzo titolo proprio non lo ricordo.

Iniziai a leggere La solitudine dei numeri primi perché aveva vinto il prestigioso premio strega, ne fui delusissima! Poi presi in mano L’ombra del vento. Non avevo mai sentito parlare di Carlos Ruiz Zafón. Già dalle prime righe venni rapita dalla trama. Lo divorai, capitolo dopo capitolo! Dentro di me si fece strada la certezza di voler imparare a scrivere come lui, con quello stile così avvincente e regalare al lettore personaggi così ben definiti e profondi da rimanere nel cuore.

Non avevo trovato solo un bravo autore che aveva scritto un bellissimo libro, avevo trovato il mio maestro.

Oggi volta che prendo in mano la penna sogno di assomigliare un pochino a lui

E ora che è morto mi sento un po’ abbandonata, speravo tanto in un altro suo capolavoro!

R.I.P.

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La vita non è aspettare che…

Non so da voi com’è la situazione, ma qui dalle mie parti questo mese di giugno è veramente impietoso: acqua e freddo senza tregua! L’estate sembra un miraggio lontano.

Ma sapete quello che si dice:

“La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia”

E quindi dato che ieri era un giorno super speciale per noi, ossia il terzo compleanno del nostro piccolo Yuri, siamo andati a “ballare” sotto la pioggia!

Io sono convinta che per divertirsi, soprattutto con i bambini, basti poco: la voglia! Anche se in realtà non vedo l’ora di organizzare le feste con i suoi amichetti! E voi cosa vi siete inventati per rendere memorabile una giornata speciale?

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Sentieri da favola e boschi incantati

Ho scoperto un sentiero molto carino da fare con bambini. Si trova a Cerro di Caldana una frazione del Comune di Cocqio. È in mezzo ad un bosco anzi, direi all’inizio di un bosco, quindi perfetto per trovare un po’ di frescura nelle calde giornate estive. La particolarità è che il sentiero è fiancheggiato da bellissime statue intagliate nel legno e vi assicuro che i bambini le adorano.

L’artista che ha pensato di arricchire il bosco con i personaggi delle favole si chiama Sergio Terni e ad oggi si possono ammirare ben dodici suoi lavori.

A darvi il benvenuto nel bosco incantato c’è il guardiano del bosco e poi incontrerete streghe e gnomi, ma anche animale tra cui un enorme ragno, ma non vi voglio svelare tutte le statue, perché secondo me è bello scoprirle passo dopo passo. Secondo i miei personalissimi gusti avrei preferito che le statue fossero state disposte più nel mezzo del bosco, piuttosto che lungo il sentiero, sarebbe stato in qualche modo più avventuroso.

Il sentiero comunque non è molto lungo, e anche se non è percorribile con i passeggini è davvero alla portata di tutti, anche dei bambini piccoli. Il bosco incantato non dista molto dal paese dove, in prossimità della chiesa, troverete un bel parcheggio dove poter lasciare l’auto.

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Il libro perfetto che ho letto durante il lockdown

Hanno chiuso le biblioteche prima che io mi decidessi a mettere da parte il brutto libro che stavo leggendo! Non rivelerò mai il titolo.

Comunque nella libreria in camera di mia figlia ho trovato il libro perfetto per questo lockdown “LE CRONACHE DI NARNIA” millecentocinquantatre pagine suddivise in vari racconti, uno più bello dell’altro!

Mi ha conquistato lo stile di Lewis, scorrevole e curato in ogni minimo particolare e soprattutto ricco di parole non comuni che hanno fatto crescere il mio vocabolario.

Sono rimasta molto colpita da un racconto in particolare IL VIAGGIO DEL VELIERO. Sarà che ho un debole per il mare, sarà che anch’io nel mio profondo sogno una strepitosa avventura su un veliero, ma questo racconto mi è rimasto proprio nel cuore!

Vi lascio qualche piccolo estratto che secondo me vi fa capire lo stile e lo spessore di Lewis.

Il mattino dopo si trovarono in una baia verde prospiciente una terra aspra e solitaria che saliva verso un picco roccioso

Il mago va di sopra e ci fa un incantesimo, uno di quegli anatemi che fanno diventare brutti e repellenti

Se non fosse stato per lo scricchiolio delle scalmiere e il tonfo dei remi che sferzavano l’acqua..

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Queste cose mi fanno veramente arrabbiare!

Volevo fare un bel regalino al mio piccolo Yuri, che durante questo lungo periodo di lockdown è stato bravissimo, così in un supermercato di una importante catena commerciale, ho comprato questo libretto.

Le immagini sono bellissime, colori vivaci disegni carini, ma è il testo il vero problema! Non le ho contate, ma credo che più o meno saranno 1000 parole, la costruzione della frase è terribile e la lettura, non solo diventa difficile, ma addirittura oserei definirla esasperante!

Possibile che nessuno si è preso la briga di rileggere un testo così breve prima di pubblicarlo?

Ma perché fanno prodotti così scadenti proprio per un pubblico delicato come quello dei bambini? A questa età sono delle spugne, che cosa imparano da libri scritti così male?

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